lunedì 10 marzo 2014

Allocchi, nani e pallavolo

Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò trasformato in un enorme insetto. Sdraiato nel letto sulla schiena dura come una corazza, bastava che alzasse un po' la testa per vedersi il ventre convesso, bruniccio, spartito da solchi arcuati; in cima al ventre la coperta, sul punto di scivolare per terra, si reggeva a malapena. Davanti agli occhi gli si agitavano le gambe, molto più numerose di prima, ma di una sottigliezza desolante.
«Che cosa mi è capitato?» pensò. Non stava sognando. (…) «E se cercassi di dimenticare queste stravaganze facendo un'altra dormitina?» pensò, ma non poté mandare ad effetto il suo proposito: era abituato a dormire sul fianco destro, e nello stato attuale gli era impossibile assumere tale posizione. Per quanta forza mettesse nel girarsi sul fianco, ogni volta ripiombava indietro supino. Tentò almeno cento volte, chiudendo gli occhi per non vedere quelle gambette divincolantisi, e a un certo punto smise perché un dolore leggero, sordo, mai provato prima cominciò a pungergli il fianco. «Buon Dio,» pensò, «che mestiere faticoso ho scelto!(...)... Ho molte più preoccupazioni che se lavorassi in proprio a casa, e per di più ho da sobbarcarmi a questa tortura dei viaggi, all'affanno delle coincidenze, a pasti irregolari e cattivi, a contatti umani sempre diversi, mai stabili, mai cordiali. All'inferno tutto quanto!»”




Kafka, La metamorfosi





Nelle ultime settimane ho seguito un po' di più l'aspetto televisivo del volley giocato visto che tra coppa e dirette televisive ci sono state molte occasioni. In più, incontrando squadre di alto livello, ho avuto modo di confrontarmi con i commenti e le critiche di moltissime persone accorse al palazzetto per vedere i migliori campioni dell'A1. Vi assicuro che, le sensazioni provate dal buon Gregor Samsa al suo risveglio sono poca cosa rispetto a quello che è successo a me, e che credo succeda in maniera maggiore a sportivi molto più esposti mediaticamente di quanto non sia io.

Innanzitutto è ovvio che le critiche e i commenti mi arrivano molto più facilmente dopo una partita persa o una brutta prestazione. Credo che questa dipenda dal fatto che, mentre le cose fatte bene vengono date per scontate e spesso non risaltano, quelle fatta male sono sempre clamorosamente evidenti! Ad onor del vero credo ci sia anche un altra motivazione(...la mia prima metamorfosi)! Da grande orgoglioso quale sono cerco di difendere ciò che faccio. Dopo un errore alzo subito le difese e mi trasformo in una sentinella attenta a intercettare l'attacco del nemico che, puntualmente e con costanza, prima o poi arriva. E' sicuro! I sensi sono sempre allerta: giornalista, allenatore, fruttivendolo o macellaio che sia, l'attacco è imminente! Per un po' non succede nulla, ma quando tutto sembra rientrato ecco che, il lunedì, al panificio, incontri la gentile e insospettabile vecchietta di turno che a sorpresa se ne esce con un classico che non è mai fuori moda: “certo che ci fate proprio penare”! “eh signora...cosa vuole...la prossima volta la faremo divertire di più”...sguscio via come un'anguilla prima che si intavoli un'improbabile discussione tecnico-tattica!...non contento di questa metamorfosi serpentina, telefono a un mio amico romano. E qui, pugnalato alle spalle, cedo: “certo che su quell'azione me parevi popo mi nonno pe quanto eri lento!”...stavolta le difese sono abbassate...e già incomincio a intravedere capelli bianchi(pochi nel mio caso) e rughe spuntare sul capo, mentre mi accingo a ricevere un'imprendibile battuta appoggiato al mio bastone di legno. Per fortuna la telefonata finisce. Affaticato dal peso dell'età che mi porto ora addosso cerco conforto in qualche social network. Apro la pagina dei tifosi e, leggermente sorpreso, trovo il post di un fan sfegatato che mi dà del “broccolo” sul web...in potenziale diffusione mondiale(grande invenzione internet!)...la situazione degenera: in un'improvvisa reminiscenza arcimboldiana mi ritrovo la faccia composta da verdure e frutta di varie genere. Cerco di capire cosa mi stia succedendo e, per calmarmi, vado a prendere un buon caffè al bar con uno sparuto gruppetto di amici. Quando tutto sembra acquietarsi una vocina da lontano rompe il silenzio:”certo che te n'eri andato proprio in banana ieri”. Nooo...anche tu che sei mia amica! Ero appena riuscito a ristabilire il contatto col mondo ed ecco che mi ritrasformo in mio nonno versione Arcimboldo!!! Ok...non ci siamo...devo star calmo...cerco di distrarmi leggendo il giornale. 

Oh, bene! C'è l'articolo sulla nostra partita. “...23 pari, la partita si spacca grazie a un gioco di prestigio di Cesarini...” ed ecco spuntarmi in testa un bel cilindro. Soddisfatto continuo a sfogliare il giornale con i miei guanti bianchi da prestigiatore. “...che su un appoggio facile si fa scomparire un semplice pallone tra le mani, regalando il 24esimo punto agli avversari”. Nooo...ma allora è un vizio. Nel frattempo, da dietro il bancone, il barista mi avvisa che il caffé e pronto e, non appagato di aver svolto in modo efficiente il suo mestiere, sentenzia:”certo che é proprio da allocchi prendere punto così”. Mi avvicino al bancone e con le mie ali piumate stringo la tazzina a fatica e bevo un caffè dal sapore amarissimo. Provate voi ad aprire una bustina di zucchero con un paio di ali! Vorrei volarmene via, ma sono in compagnia. Devo restare. Vedendomi decisamente giù di corda, i miei amici cercano di distrarmi mettendo in evidenza le poche cose buone che ho fatto...non tante, ma qualcuna ce n'é. E' così che il mio ego riprende forza trasformando un brutto allocco in uno splendido e vanitosissimo cigno(lo so che la storia non è proprio così...ma questa non è una favola!). Soddisfatto di come sta girando la giornata mi metto quieto a rimirare le mie splendide qualità e il mio piumaggio bianco. L'acqua intorno a me è calma...foglie di piante acquatiche coprono la superficie. Toh! Alla tv, nascosta tra le bottiglie di whiskey e i liquori, danno la replica della partita di ieri. “Una scontro tra i primi e gli ultimi in classifica ma dall'esito non così scontato” dice la voce alla telecronaca. “una squadra di giganti contro un team molto combattivo”. Ed ecco che, non facendo parte dell'esercito dei giganti, infilo l'elmo in testa e chiedo in prestito a Gimli (direttamente dal "la compagnia dell'anello" di Tokien) la sua ascia forgiata dai migliori fabbri delle miniere dei nani. Tutto è pronto per il combattimento. L'arbitro fischia e la partita comincia...


...beh...



...probabilmente senza l'armatura di metallo sarei stato un po' più veloce in campo...”pazienza signora, ci rifaremo alla prossima! Faccia un salto al palazzetto, vedrà che si divertirà”.

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